Massimo Spina | Biografia
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oste per vocazione

Biografia

MASSIMO SPINA

Oste per vocazione

Nato a Roma nel 1974, figlio, nipote e fratello di poliziotti, entro anche io in Polizia, appena diciannovenne. Ero destinato ad indossare quella divisa, un po’ come tifare la squadra di calcio che tutta la famiglia ama; tu non puoi non amarla, o amarne un’altra. Nel 1996 ricevo il trasferimento per Milano e vengo invaso immediatamente dalla sua eleganza, dal suo fascino, dalla sua mondanità. Dopo nove anni di polizia, ottima scuola di vita, mi dimetto per iniziare un percorso nell’intermediazione immobiliare. Scelta pericolosa, mi dicevano “sei un pazzo, lasciare un posto fisso, il certo per l’incerto, il salto nel buio”. Ignorai tutto ciò perché avevo un frenetico bisogno di lavorare ad un progetto che avesse come risultato principe la realizzazione di me stesso. Certo, feci soffrire e preoccupare i miei famigliari. Quella divisa era come una tunica, un tatuaggio.

Nell’anno 2002 si iniziavano a vedere i primi bagliori di quello che fu, nei quattro o cinque anni successivi, l’esplosione del mercato immobiliare. I prezzi salivano perché le persone acquistavano case più del pane. Mai sognati , prima di allora, certi guadagni. Anni esaltanti in cui cenavo tanto fuori e, altrettanto spesso, mi piaceva invitare gli amici a casa per far loro gustare le “mie specialità”. Bucatini all’amatriciana, cacio e pepe e carbonara a quantità industriali, con vino del Lazio ovviamente. Cominciai a notare che far star bene le persone intorno alla mia tavola mi appagava più di qualsiasi ricca provvigione. Nei ristoranti iniziavo a guardare con fascino le persone che ci lavoravano, con i proprietari a coordinarle come allenatori di calcio. Impartivano disposizioni ai camerieri con pacche sulla spalle, stringevano le mani a tutte le persone che entravano, insomma sembravano vivere sul loro palcoscenico. Ecco materializzarsi l’idea di un mio ristorante. Mi ci vedevo, mi calzava a pennello.

Quando ne manifestai il desiderio anche lì tutti contro: mi dicevano “c’è la crisi, ci sono migliaia di ristoranti a Milano, perché dovrebbero venire nel tuo, non hai competenze”. Nel giugno del 2011 inauguro “Nonna Maria Osteria”, la cucina romana a Milano. Da allora ogni giorno è come se fosse il primo, infatti tra i tavoli faccio spesso una battuta: ”se rinasco faccio l’oste”. Si passano tante ore in piedi, si incontrano tanti ostacoli, è un lavoro durissimo che se interpreti bene, ti dà soddisfazioni impagabili. Nel mio ristorante ho avuto la fortuna di conoscere Daniela, mia moglie, e insieme ci siamo regalati due splendidi bambini. Tra i miei orgogli c’è lo staff di Nonna Maria Osteria, nella maggior parte con me dal primo giorno. Dopo dodici anni ho avvertito la vocazione di porre l’esperienza maturata a disposizione di chi desidera raggiungere la mia stessa soddisfazione.